domenica 4 luglio 2010

Noi

Salve,

oggi è un giorno nuovo per noi che continuiamo a sonnecchiare tra le nostre mezze erezioni sterili e i ricordi di un vero orgasmo. Noi che ci siamo dimenticati che l’odore è ciò che più stimola la me
moria, e propone nuovi ricordi di viaggi lontani. Noi che non riusciamo più a guardare oltre la nostra sudata fronte, e ci lasciamo sopravvivere da un putrido divano di pessima qualità, e ornato da fantasie angoscianti.Noi che ogni 28 giorni alziamo nel cuore della notte la testa al cielo con in bocca una misera sigaretta di tabacco,e speriamo nel nostro banale cuore che accada come per miracolo qualcosa. Noi che un tempo avevamo sogni ambizioni ancora chiuse nella plastica, e seguivamo ingordamente figure mitiche elette e divine, che ci facevano da grande carro. Noi che pioveva e sorridevamo con la faccia al vento, male che andava prendevi la febbre. Noi che non abbiamo mai avuto la passione per le sedie, noi che non abbiamo mai avuto sete. Noi che del superfluo ne facevamo il nostro vanto. Noi che volevamo solo la luce di uno schermo che come uno specchio luminoso proiettasse quello che vorremmo quello che saremmo se… Noi che di consigli ne abbiamo dati tanti, ma chi sa alla fine come è andata. Noi che ci siamo sempre preoccupati che la puzza della nostra merda desse fastidio a qualcuno,ma abbiamo fatto della tolleranza il nostro dogma forzato. Noi che di parole a vanvera ne abbiamo dette tante, ma quante verità che nessuno ha sentito. No che viviamo separati in casa con uno specchio d’acqua dolce. Noi che non sappiamo più quando splende il sole e quando non c’è la luna. Noi che non
abbiamo mai saputo fare del male a chi se lo meritava, ma quanti piedi abbiamo calpestato per sbaglio. Noi che abbiamo chiesto troppe volte scusa, e abbiamo tradito le nostre candide e deboli idee. Noi che chi cazzo ci crediamo di essere, con il nostro fare elitario, che poi alla fine nessuno ci ha mai cagato. Noi che siamo sempre saltati in sella a una canzone per scappare, da chi? da che ? Da noi. Noi che abbiamo sempre parlato ma non ce ne può fottere un cazzo. Noi che ci vergognano di quello che diciamo, ma non riusciamo a smettere di sproloquiare. Noi che ridiamo anche quando a parlare è lo squallore dell’umanità e ci genoflettiamo in finti sorrisi che scherniscono quel poco di buono che ancora abbiamo. Noi che abbiamo più timore di ieri che di domani. Noi che un senso non c’è, o non abbiamo mai voluto aprire gli occhi per vederlo.

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