Un continuo asfissiante giudizio pende sulla mia testa, viene da voi, viene da chi mi sta intorno, i loro sguardi le loro parole, i loro gesti sono giudizi, che tutti noi formuliamo senza nemmeno rendercene conto. Vabene cosi lo accetto è la natura umana, la nostra natura, ed è indispensabile per il vivere insieme pacificamente. Il problema è quando questa predisposizione umana indispensabile per la nostra vita viene letteralmente abusata, stuprata nella sua essenza. Mi giro intorno e vedo solo arroganza, nel giudicare, mossa unicamente da superficialità e ignoranza che aggredisce chiunque vi sia nei dintorni. Tutti a loro dire sanno come si vive, sanno come si fanno le cose, sanno come ci si comporta, e te lo sbattono in faccia con presunzione, con la rabbia di un leone in gabbia che ruggisce, frustrato dalle sbarre che lo limitano. Non voglio generalizzare so bene che non sono tutti cosi per fortuna. Ma la cosa che mi fa più rabbia e che chi è arrogante alla fine vince sempre. Le persone che non lo sono hanno il grande svantaggio di possedere il senso critico verso se stesse, questo le porta ad ammettere i propri limiti a differenza delle persone arroganti che mai e ripeto mai sono capaci di farlo nemmeno davanti alla più spudorata evidenza. Cosi due esemplari di uomo cosi diversi fra loro una volta messi a confronto, faccia a faccia, si scontreranno in qualcosa che fin dall’inizio conosce gia il vincitore. Ovviamente una persona che non ammetterà mai di aver sbagliato difenderà la sua tesi fino alla fine, una persona invece che ha senso critico commetterà il fatale errore in questa situazione di mettersi in discussione, e sarà li che il suo avversario vincerà tirandogli uno scorretto sgambetto. Parto da questo per dire che tra di voi non ci riesco a stare serenamente. Non riesco a capire cosa ho meno di voi perchè mi sento costantemente prevaricato dalla vostra presenza ma mi angoscia mi fa male mi inibisce mi porta a soffocare in un nido di paure eterne, che hanno dimenticato la loro data di nascita, e mi strozzano mi fanno mancare il respiro fino a svenire e sbattere la testa sul freddo pavimento di marmo bianco, con qualche tinta nera. Folla odio la folla, mai ti puoi sentire più solo di quando sei circondato da un mare di gente, cristo. Tutte quelle facce, tutte quelle voci , tutti quegli occhi, tutte quelle scarpe, tutte quelle vite che ti girano intorno seguendo logiche che tu ignori totalmente. Come si fa a viversi una folla pacificamente. Tutti senza conoscersi ammucchiati in pochi metri, gomito contro gomito, senza conoscere nemmeno il corrispettivo nome. Una perfetta umanità di massa la definirei, senza l’altro non esisti, anzi senza gli altri non esisti. Io dal canto mio preferisco, stare con quelle poche persone che mi conoscono veramente, invece di sguazzare in un mare di gente , che in fondo non ha colpe, se non quella di non conoscermi e viceversa. E non ho nient’altro da dire su questa faccenda.
domenica 14 novembre 2010
Io non ti conosco
domenica 3 ottobre 2010
Diffida i tempi morti
Guardo le mie mani e penso a quante cose sono state capace di fare, ovviamente sia in positivo che in negativo, molte volte e me ne rimprovero, sono rimaste a girarsi i pollici. Questo credo sia l’errore peggiore che un paio di mani possa fare. Io in primis trovo ipnoticamente attraente l’arte dell’ozio, ma allo stesso tempo, lo trovo la formula all’inverso della vita. Pensateci bene, si nasce una volta, si vive una volta, si hanno per una sola volta una madre e un padre, si ha tutto limitato, anzi se pensate che il tempo è infinito, il tempo che passerete sulla terra teso all’infinito diverrà uguale a 0, o giù di la, comunque ci riduciamo a un attimo infinitamente piccolo, ma che per fortuna nostra c’è stato, dilatato in immensi anni grazie alla nostra percezione fenomenologia. Quindi ogni volta che ozio, penso che sono attimi morti che non riavrò più indietro, possibilità di vita che ho perso. Certo io personalmente non è che sono un attivista della vita, eppure ne sono cosciente. Infatti più volte mi sono interrogato sul motivo che mi paralizza nonostante questo mio pensare e sentire. Ho trovato tante giustificazioni, un sistema sociale che non ci insegna quanto potremmo fare, non ci insegna quanto sia bello il mondo con i suoi paesaggi, e quanto sia effimero con le sue pubblicità. Cosi passiamo la maggior parte della nostra vita anche se la impegniamo in attività come dire “ produttive “ sono produttive a perdere, sono produttive per noi o per terzi ? questa è la mia domanda. Siamo cresciuti secondo me con degli ideali effimeri e soprattutto incurcati, dal governo, dalla tv, dalla chiesa, viviamo con la sicura, quando il senso stesso della vita, è cogliere tutto quello che ha da offrire, senza selezioni, senza pregiudizi, ma al giorno d’oggi secondo me stiamo messi peggio del triste e buio medioevo. Un altro punto che trovo personalmente limitante è l’insicurezza, che deriva in primis credo dal punto precedente, da un bisogno di sicurezza che mi ha insegnato questo mondo e le mie esperienze più laceranti. Ma si può sempre rimediare, l’importante è non dare mai niente per scontato, anche se ne risulta un inevitabile insicurezza nella quotidianità, ma non bisogna cadere nei soliti dogmatismi, è come vivere con i paraocchi, la vita va valutata in base alle esperienze, ma l’esperienza se viene guidata da pregiudizi la percepirete viziata da questi ultimi, ed è come se il dogma che ci hanno incurcato si autoconfermasse . Pensateci un momento quando siamo convinti di qualcosa che ci hanno insegnato la difendiamo a volte anche oltre l’esperienza percettiva e come ho detto è viziata da tale convinzione. Penso che quello che sostengo sia molto difficile da applicare, ma allo stesso tempo credo che la consapevolezza sia il primo passo per tutto, poi quello che ne viene è tanto di guadagnato. Dopotutto si può sempre pensare girando i pollici, poi sta a noi come singoli decidere se ci sta bene o meno.
domenica 22 agosto 2010
Tra l'inizio e la fine della consapevolezza...
giovedì 5 agosto 2010
Un arrivederci tra le antichità
un saluto tonante,
tra la malinconia di quell'attimo,
che riecheggiò per quelle sacre vie antiche,
stanche e consumete nella materia,
ma dopo infiniti anni ancora ardenti nello spirito
lunedì 5 luglio 2010
C'era una volta l'italia
passarono veloci, la priama macchina, la televisione, il mutuo, le vacanze al mare con tutta la famiglia,tutte cose che facevano un gran bene a quella cosa complicata chiamata economia, sembrava proprio che dolore e sofferenza fossero un ricordo lontano, che il buon dio avesse finalmente fatto schiarare il cielo, donandoci un sereno arcobaleno.Questa serenità, questa perenne marcia verso il progresso permise alle menti di creare, di capire, di confrntarsi, menti che facevano l'amore con la vita. Ma a tante di queste menti pensati, molte cose del loro piccolo paese gli incominciarono ad andare strette, era il momento in cui lo sviluppo delle menti, dovuto alla serenità del paese, porto alla nasciata di nuovi bisogi, questi bisgoni venivano chiamati diritti civili, e quasi tutti a quel tempo ne sentivano veramente un gran bisogno, al punto da creare una " coscienza collettiva" che li muovesse come un solo uomo nella sfida alle istituzioni ( dove non vi erano più uomini pelati ma democristiani, il che è tutto dire) quel periodo viene ancora poeticamente ricordato oggi come il 68, e quella generazione pensante venne sacrosantamente denominata "la meglio gioventù" . Cosi ebbe inizio una faida nel nostro piccolo paese tra le
menti pensanti, e le menti educate, all'inzio tutto era pacifico, ma ben presto l'aria inizio a mancare alle menti sia da una parte che dall'altra, c'erano personaggi straoridnario come un tizio di genova che riusciva a fare la guerra con una chitarra e la sua calda voce,ma purtroppo anche un lato più trisete dove incominciarono a esplodere bombe nelle stazioni di grandi città, sequestrati importanti uomini di partito,che sembravano spariti nel nulla, e poi trovati morti, di certo non più il clima ideale per fare l'amore con la vita.Da li la faida tra le due fazzioni da una parte i " rossi" e dall'altra i " neri" fu molto accesa, e dopo tanto tempo ritornarono a fare la guerra, però questa volta non accese la miccia un signore pelato, ma qualcuno che si nasconde
tutt'oggi dietro il palco, e che si può solo intuire che ci sia... e cosi il sangue ritorno a scorrere, gli occhi a piangere, e le vite a volare via, col vento che le portò lontane da quel mondo che cercavano chi per un motivo chi per un altro di migliorare.La meglio gioventù aveva oltrepassato un limite, dove si finisce per far confusione tra ciò che era giusto e ciò che non lo era più.Col tempo quel clima incomincio a stancare le varie fazzioni di menti, e pian piano scemo. Poco dopo un signorotto a milano, un uomo che fino a poco prima si divertiva a lavorare nell'animazione delle navi da crociera, incomincio come per miracolo, ad avere una straordinaria carriera imprenditoriale, manco ci fosse qualcuno che lo guidava scrupolosamente seguendo un piano ben prestabilito, costruzioni edilizie, case editrici che come per incanto finivano in falso in bilancio e venivano acquisite a 4 lire, ma ancora squadre di calcio di prestigio mondiale, e ciliegina sulla torta un bel pacchetto televisivo, che inizialemente copriva una piccola zona del nord del paese fini per diventare di copertura nazionale. Questo simpatico signore penso bene che al popolo servisero degli svaghi dei colori nuovi, per spazzare finalmente via quella pesante aria di insoddisfazione e quindi di protesta che emerse tempo prima. Cosi le sue televisioni piene di tette e culi esplosero in un successo straordinario, conquistarono le persone che iniziarono a emulare con fervente ardore tutto ciò che divertiti osservavano nella scatola ipnotica. Ora le menti non erano più quelle di prima, non c'era più motivo di pensare ai diritti civili, roba vecchia e noisa, amore e felicità ma sopratutto la libertà era li a portata di mano, o meglio di telecomando, stando comodamente seduto nel proprio salotto, una mente poteva girare un mondo fatto di miti e leggende, immagini eccitanti e goliardiche, nacuqero nuovi sogni, sogni importati dall'oltreoceano,e finalemnte ora anche a portata di italiano. Il paese stava cambiando.Un giorno un giudice con un gran senso della legalità che forse in quel periodo vide poca televisione, ma che aveva una buffissima parlantina, scopri che i partiti erano pieni di persone con le mani sporche, oh! non se ne salvava nessuno, e cosi decise di cacciare tutti quei politici che violavano le norme igieniche di quel tempo( ora queste norme sono cadute in prescrizione). Fu proprio grazie a questo clima di decadimento della vecchia e polverosa non che corrotta classe politica che trovo tereno fertile indovinate chi? si proprio lui il simpatico e soridente imprenditore di milano che aveva portato le tette e i culi alla TV, dopo tutto il popolo italiano gli era riconoscente di tutto quello che aveva fatto per loro. E cosi questo signore dopo avere avuto imprese edilizie, case
editrici, giornali, squadre di calcio, ma sopratutto le sue straordinarie TV, riusci ad arrivare anche alla presidenza del consiglio alla guida del suo partito " forza italia " con un nome cosi credo che l'avrei votato anche io, dopo di tutto si sa, gli italiano ci tengono veramente tanto agli slogan per il loro paese.Ma c'era un problema questo signore aveva numerosi processi che gravavano sulla sua testa, talmente tanti che se le iniziassi a elencare finirei per annoiarvi più di quanto non stia gia facendo, comunque questa sua insolita quanto sorprendente fortuna imprenditoriale, si scopri che fu dovuta a notevoli atti inleciti, ma non temete, questo sorridente signore, ovviamente grazie alla sua dominante posizione politica, fece delle leggi per cui quello che aveva fatto non era più reato e quindi potè tornare a dormire sereno la notte, sapendo che grazie al voto degli italiani era libero, e da li inizio una crociata vera e proprio nel nome della libertà.Prima di tutto abbandono la ormai vecchia e incolore forza italia, per fondare un nuovo e sgargiante partito " il popolo delle libertà" e per quello che vi ho appena finito di dire e facile capire il motivo della cosi nobile denominazione.La libertà era un ossessione per questo simpatico nanetto fortunato tant'è che inizio a sottrarla al popolo che governava per averla tutta per sè.Ed è proprio in questo clima di falsità e facciata che nacque al mia generazione, la generazione delle menti omologate "la peggio gioventù". La capacità del nano fu quella di levare ossigeno ai cervelli cosi risolveva il problema sul nascere nessuno l'avrebbe mai rifiutato e cosi poteva avere tutto l'amore e la libertà di cui aveva cosi fortemente bisogno.In oltre per evitare che qualche altro strano giiudice disturbasse o gli chiedesse troppi soldi di pizzo, incomincio a tappargli le orecchie.
Rimaneva solo un ultimo passo per annulare le menti pensanti, conqustare la fabbrica di tali menti, l'ultimo baluardo, l'università. Fine delle trasmissioni.
domenica 4 luglio 2010
Noi
oggi è un giorno nuovo per noi che continuiamo a sonnecchiare tra le nostre mezze erezioni sterili e i ricordi di un vero orgasmo. Noi che ci siamo dimenticati che l’odore è ciò che più stimola la me
moria, e propone nuovi ricordi di viaggi lontani. Noi che non riusciamo più a guardare oltre la nostra sudata fronte, e ci lasciamo sopravvivere da un putrido divano di pessima qualità, e ornato da fantasie angoscianti.Noi che ogni 28 giorni alziamo nel cuore della notte la testa al cielo con in bocca una misera sigaretta di tabacco,e speriamo nel nostro banale cuore che accada come per miracolo qualcosa. Noi che un tempo avevamo sogni ambizioni ancora chiuse nella plastica, e seguivamo ingordamente figure mitiche elette e divine, che ci facevano da grande carro. Noi che pioveva e sorridevamo con la faccia al vento, male che andava prendevi la febbre. Noi che non abbiamo mai avuto la passione per le sedie, noi che non abbiamo mai avuto sete. Noi che del superfluo ne facevamo il nostro vanto. Noi che volevamo solo la luce di uno schermo che come uno specchio luminoso proiettasse quello che vorremmo quello che saremmo se… Noi che di consigli ne abbiamo dati tanti, ma chi sa alla fine come è andata. Noi che ci siamo sempre preoccupati che la puzza della nostra merda desse fastidio a qualcuno,ma abbiamo fatto della tolleranza il nostro dogma forzato. Noi che di parole a vanvera ne abbiamo dette tante, ma quante verità che nessuno ha sentito. No che viviamo separati in casa con uno specchio d’acqua dolce. Noi che non sappiamo più quando splende il sole e quando non c’è la luna. Noi che non
abbiamo mai saputo fare del male a chi se lo meritava, ma quanti piedi abbiamo calpestato per sbaglio. Noi che abbiamo chiesto troppe volte scusa, e abbiamo tradito le nostre candide e deboli idee. Noi che chi cazzo ci crediamo di essere, con il nostro fare elitario, che poi alla fine nessuno ci ha mai cagato. Noi che siamo sempre saltati in sella a una canzone per scappare, da chi? da che ? Da noi. Noi che abbiamo sempre parlato ma non ce ne può fottere un cazzo. Noi che ci vergognano di quello che diciamo, ma non riusciamo a smettere di sproloquiare. Noi che ridiamo anche quando a parlare è lo squallore dell’umanità e ci genoflettiamo in finti sorrisi che scherniscono quel poco di buono che ancora abbiamo. Noi che abbiamo più timore di ieri che di domani. Noi che un senso non c’è, o non abbiamo mai voluto aprire gli occhi per vederlo.
sabato 3 luglio 2010
Li chiamano matti
anime incerte in un cielo di specchi
rigidi corpi in panni sporchi
stili nevrotici definiscono il cammino
pensieri stanchi gravano sulle loro fragili meningi
prigionieri nella solitudine delle loro ragioni
esiliati da un mondo che non li guarda più
ondegiano tra melanconie e fantasie
che solo nelle poesie è possibile ascoltare
Qualcuno li vide cadere su un candido foglio
e con i loro frammenti formare le rime di un verso
Padre
anche se a motore spento
senza udire il suono
del tuo malinconico volo
ma lascia che la mia pelle
si consoli al vento della tua scia
sabato 19 giugno 2010
Apri la finestra
Nel buio mi sento sicuro
intellettuale e affettiva ero una persona più o meno normale. ora ? non ne ho idea. La mia mente è talmente affollata da turbe e nevrosi, che non so più quando è giorno e quando è notte, un fascio di luce indistinto, penetrante e allo stesso tempo sfumato. Vivi alternando la realtà con il tuo mondo interiore, nel quale un tempo ero un sovrano indiscusso, e ora sono stato esilito, emarginato, costretto a vivere di elemosina e fustigato da un tirannico senso di colpa,fatto di anisa e angoscia, fatale terrore della fine di ogni odore, di ogni volto ed emozione. Si perchè è questo che mi ha ridotto cosi, la paura della fine, l'insicurezza che ne deriva, è il cordoglio di dolore che ne segue, passato questo punto tutto sembra uguale, inquanto tutto finira, e cosi le cose non vengono viste piu in relazione al loro valore, che va individuato in un preciso tempo e in un preciso spazio, ma appunto perchè sono condannate a finire, tutte, indistintamente da quello che valgono, sembrano la stessa merda priva di valore, e prossime al declino, e quindi alla fine. COndannate dalla tirannia del tempo a decadere, senza via di uscita.Ogni tentativo di rimettere tutto a posto, di tornare a quella relativa quete, che un tempo mi mandava avanti, nella puerile illusione dell'immensita della vita, ogni tentativo fallisce miseramente, lasciandomi attonito in una posizione ne di dolore, ne di amore, una posizione vuota, incolore, anonima, che esattamente trovo molto difficile specificare.Ora è questa la mia vita.Dubbio ed esitazione, incapacita di muovere le acque, ma non perchè al calcare della mia mano nn si muovono, ma per il ritorno inesorabile allo stato di cuete che ne segue.Ogni sforzo della mano umana, è effimero e momentaneo, la natura si sposta di un centimetro, e poi torna dove l'hai trovata.Sei tu che poi te ne devi andare.Ma nonostante questa mio personale modo alquanto disadattivo di percepire il mondo, ho deciso di vivere, di provare a trovare una soluzione, anche se so che soluzione non c'è, ma ci tengo a cadere non per mano mia.Cosi provo ad esistere in una maniera più o meno convenzionale, al resto della specie umana.Dormo, mangio, vado al cesso, studio , fumo , bevo , vado in internet, chiamo a mia madre, mi rifaccio il letto quando mi sveglio.Per quanto posso trovare relativamente inutili e noiose queste attivita quotdiane, se non le facessi mi annoierei molto di piu. E poi quello che studio mi da una minima speranza di guarigione. Perche se vedo il mondo in questo modo, o meglio se non vedo il mondo affato in questa prospettiva che mi appartine, è perchè soffro di disturbi dell'umore, precisamente di depressione.La mia psicanalista mi disse che i migliori psicologi sono i piu grandi pazzi mancati, e stando a questa teoria, se sono fortunato un giono diventerò qualcuno, anche se non so fino a che punto ne potrò gioire.Odio tutti, mi annoiano, sto con loro, con ipocriti sorrisi, li accontento , gli do ragione, protestare sarebbe inutile, non capirebbero.Ci sono ma è come se nn ci fossi, nn mi esprimo, non do voce ai mie pensiere.Un pensiero mai detto è un pensiero mai nato.Poi mi insulto, mi punisco e mi rimprovero perche, pecco di superbia, manco di onesta, presuntuoso e superficiale, mi ritiro in un isolamento affettivo e intellettuale, dove nessuno mi puo attaccare e ferire, è questa la verità.Sono artificiale, manco di spontanietà, del sapore essenziale della vita, puzzo di morto e nel frattempo il mio cuore pulsa ancora. L'amore? No pulsa di sangue, l'amore è stato esilita con me quando mi hanno strappato la corona.Non ho mai realizzato se fui io a distruggerlo, o lui a distruggere me, ma ci siamo sicuramente fatti un gran male reciproco.
Tramonto
Lei avrebbe avuto per me nuova vita
Volevo solo che ti stringessi forte alla mia mano
E mi sussurrassi ti prego non mi lasciare...
Sarei stato la tua corazza
La tua dolce illusione
Il tuo triste e goliardico angelo
Avrei vegliato sui tuoi infiniti occhi
Con la dedizione di un sacerdote
Con il cuore di una vecchia mamma.
Ora guardo questo buio sole tramontare
Rassegnato dietro la collina
La stessa che custodi il nostro sognarci
Che carico di innocenza
E eccessivo ardore
Svanì tra la nebbia delle nostre mani.
e ora solo lacrime silenziose
e un buffo nascondino
carico di rabbia e dolore.